Vorrei andare a pesca
di notte lungo il fiume
con i sogni per esca,
la luna che fa lume.
Vorrei una lambretta
per volare nel vento,
abbracciato a Ninetta,
che mi stringe ridendo.
Vorrei concittadini
giovani anziani e vecchi
in pace coi vicini,
lungi dai battibecchi.
Vorrei che ogni torese
da finestre e balconi
trasformasse il paese
in trionfo di canzoni.
Vorrei che dappertutto
si sentisse il profumo
di salsiccia e prosciutto
che si essiccano al fumo.
Vorrei un aquilone
che arrivasse al Signore,
un razzo di cartone
per lanciargli il mio cuore.
Vorrei che i bambini
non fossero cattivi
ma che le loro risa,
come zampilli estivi,
spruzzassero la vita.
Toro e i ricordi.
Caro Paesano, che bello il quadro che hai descritto, e com’è lontano dalla realtà che stiamo vivendo nel nostro paese. Io ripenso a un pò di anni fa e vedo una differenza enorme! Vorrei tornare a quando la caccia al tesoro faceva emozionare (perchè era una novità), a quando i fuochi di sant’Antonio erano magici, perchè si mangiava, si rideva, e si scherzava insieme a tanta gente, a quando l’estate era unica, piena di sole e di canzoni che ancora oggi mi fanno venire i brividi. Ok, sono cresciuta anch’io, ma mi piacerebbe che quella serenità e voglia di stare insieme (e di fare qualcosa insieme) ritornasse…ogni tanto
buona giornata a tutti!
Abigail
Cara amica,
grazie intanto per gli apprezzamenti.
Il discorso sulla decadenza di Toro ci porterebbe troppo lontano. Ma giusto per limitarci a una battuta, molta colpa va fatta ricadere sui cattivi maestri, su quanti cioè hanno avuto responsabilità di ogni specie, soprattutto morale, sulle loro spalle. Costoro non hanno saputo indirizzare le nuove leve verso il bello, la concordia, lo studio, la solidarietà. Hanno coltivato piuttosto valori di opportunismo e il tornaconto personale.
I risultati li hai colti tu, cara Abigail.
Occorrerebbe cambiare rotta. Nel piccolo ognuno si adoperi. Qualcosa ne verrà fuori.
Cari saluti